Il problema dei c.d. apolidi de facto e della loro tutela
Resumen
L’articolo si sofferma sulla nozione internazionale di apolidia, ancora non interamente condivisa. Mentre infatti non vi è dubbio che ricomprenda la c.d. apolidia de jure, si discute se la nozione internazionale di apolidia possa ricomprendere anche la c.d. apolidia de facto, ovvero la condizione di persone che, per varie ragioni o motivi, pur possedendo formalmente una nazionalità o avendo una fondata aspettativa di possederla, si trovano di fatto in una condizione del tutto simile a quella in cui si trovano le persone c.d. apolidi de jure.
Dopo aver riscostruito brevemente la codificazione in ambito internazionale in materia di apolidia, l’articolo ricostruisce il dibattito che si è avuto in sede internazionale sulla questione in esame, prima in relazione alla codificazione delle due convenzioni specifiche adottate in materia di apolidia e, quindi, nel dibattito successivo, per poi tentare qualche conclusione. E’ opinione degli autori che la nozione di apolidia de facto meriti di essere mantenuta al fine di disegnare una categoria di persone che, in ragione della loro specifica condizione, possano avere diritto a beneficiare sia del regime di protezione previsto per gli apolidi de jure, sia dei diritti associati alla cittadinanza, alla luce in particolare delle garanzie fornite dal diritto internazionale dei diritti umani, e ciò, probabilmente, in base a una scelta individuale dipendente da un apprezzamento personale della propria situazione, in considerazione delle circostanze di ciascun caso concreto. Il problema semmai è quello di rafforzare gli strumenti internazionali di tutela a disposizione, particolarmente deboli in materia di apolidia.